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TIR, la beffa del gas liquido green

Riportiamo l'approfondimento della giornalista Donatella Tiraboschi pubblicato sul Corriere della Sera - Bergamo dove si evidenza la beffa del gas liquido green «Costi triplicati da gennaio 2021 e mezzi fermi perché antieconomici» - A gennaio 2021 costava 0,926 euro al chilogrammo, oggi supera i 3 euro.

Ringraziamo la giornalista Donatella Tiraboschi per il servizio pubblicato sul quotidiano Corriere della Sera - Bergamo dove evidenza la beffa del gas liquido green «Costi triplicati da gennaio 2021 e mezzi fermi perché antieconomici».

 

La beffa dei camion a Lng (Liquified Natural Gas)

Hanno creduto al famoso slogan di qualche anno fa, investendo nell’acquisto di camion a Lng (Liquified Natural Gas), il gas naturale liquefatto, pensando che il metano potesse dare una mano sia a loro, imprenditori dei trasporti, che all’ambiente. Invece, è sufficiente fermarsi in una stazione di servizio per rendersi conto che quella mano, scelta sia per la sua economicità che per il ridotto impatto ambientale, si è trasformata in un pugno nello stomaco e in un salasso insostenibile per i bilanci delle loro aziende.

Il «gas pulito», costituito fino al 99 % da metano — il resto sono altri gas, etano e butano, viene ottenuto comprimendo e raffreddando a circa -160°C il metano gassoso —, è schizzato alle stelle, segnando un’escalation da brivido: a gennaio 2021 costava 0,926 euro al chilogrammo, oggi supera i 3 euro e, in alcune zone del Paese, arriva a sfiorare i 4. La situazione sta mettendo in ginocchio quelle imprese di autotrasporto che, anticipando la transizione ecologica, oggi sono costrette a tenere fermi i mezzi. Farli viaggiare risulta antieconomico. Lo sostengono, lamentando una situazione inaccettabile, Giuseppe Cristinelli e Doriano Bendotti, rispettivamente presidente e segretario di Fai Conftrasporto di Bergamo. «Le aziende dell’autotrasporto di Bergamo sono tra le prime in Italia per uso di carburante alternativo green (mille a metano liquido su 10 mila camion, ndr) — rimarcano —. Abbiamo promosso a livello territoriale il rinnovo del parco veicolare con alimentazione sostenibile, come previsto dal decreto del 18 novembre 2021 e dal Regolamento UE 651/14, ma i dati sottolineano come gli investimenti effettuati abbiano portato ora le aziende a confrontarsi con un aumento insostenibile».

Il metano per autotrazione è un settore di punta nella transizione energetica, azzera lo zolfo, abbatte del 97% il particolato, dell’85% l’azoto e del 20% i gas serra. È un combustibile più pulito di benzina e gasolio, ma costa il doppio. Questo si traduce per le aziende del trasporto in un’antieconomicità evidente: «Stimando una percorrenza media annua di un mezzo pesante di circa 100 mila chilometri — sottolineano Cristinelli e Bendotti — significa un esborso maggiore di circa 35 mila euro se si utilizza Lng rispetto al diesel». Per un’azienda di medie dimensioni, con una ventina di camion che ha già modernizzato il parco mezzi del 30%, vuol dire affrontare uno sbilancio di oltre 200 mila euro, con un paradosso aggiuntivo: «Il comportamento virtuoso adottato nell’acquistare il mezzo si ritorce contro. In queste ore le aziende stanno fermando i camion perché costa più farli circolare che tenerli fermi. Chiediamo alla politica di trovare una soluzione immediata per evitare il collasso».

A questa si aggiunge un’altra questione. «Oltre all’aumento del prezzo del gasolio, registriamo la drammatica carenza di additivo diesel Ad Blue diventato introvabile e rincarato da 0,25 a 1,25 euro litro». L’aumento di prezzo di questo componente, che abbatte le emissioni di ossidi di azoto nei motori diesel di ultima generazione e ne consente l’utilizzo nei mezzi più obsoleti, è causato dall’aumento del costo del metano necessario per produrlo.

Va detto che su entrambe le problematiche il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile è intervenuto con due misure.

La prima vede il riconoscimento di un contributo a fondo perduto per mitigare gli effetti del caro carburante, con un credito d’imposta per le imprese di autotrasporto pari al 28% della spesa sostenuta nel primo trimestre 2022 per l’acquisto del gasolio (le richieste possono essere presentate su un’apposita piattaforma telematica che verrà aperta il 12 settembre).

Sulla questione Ad Blue è stato disposto un contributo straordinario sotto forma di tax credit, nella misura pari al 15% delle spese sostenute nell’anno 2022 (al netto dell’Iva) per l’acquisto di questo componente. Il provvedimento è stato annunciato lo scorso mercoledì e si attende ora la firma del ministro Enrico Giovannini sul nuovo decreto.

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