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Il 4 settembre chiude per lavori il tunnel del Monte Bianco

Tangenziale sotto assedio: a settembre chiude il traforo del Bianco, su Torino un flusso di 7 mila veicoli in più al giorno - Il gestore del raccordo: il traffico crescerà del 20%, per reggere servono soluzioni strutturali

A partire dalle 17 del 4 settembre, invece, e fino alle 22 del 18 dicembre con la chiusura per lavori del tunnel del Monte Bianco migliaia di Tir, bus passeggeri e auto private imboccheranno il Frejus per salire o scendere dalla Val di Susa. Un flusso che metterà a dura prova un sistema tangenziale già in difficoltà e che si porterà dietro anche conseguenze ambientali significative in una delle aree urbane tra le più inquinate d’Europa.

Ativa, la società che gestisce la tangenziale e l’autostrada verso Aosta fino a Quincinetto, ha stimato l’impatto pesantissimo della nuova chiusura del Bianco. Giovanni Ossola, il presidente della società, condivide le previsioni dei suoi tecnici: «Il traffico giornaliero medio alla barriera di Bruere, si attesterebbe su circa 51.000 veicoli al giorno; oggi sono circa 44.000 circa. Con oltre 10.000 mezzi pesanti rispetto ai circa 6.500 attuali». Al casello di Falchera, che porta all’autostrada per Milano, «il traffico giornaliero medio potrebbe arrivare a 59 mila veicoli anziché gli attuali 54 mila di cui oltre 13.000 veicoli pesanti contro i 10.000 di adesso».

Stime che si basano sull’analisi dei flussi di traffico che si sono registrati tra il 1999 e il 2002 sulle due direttrici alternative quando il Bianco venne chiuso al traffico a causa di un incendio. La prima opzione aveva utilizzato il valico del San Bernardo (facendo così crescere i volumi al casello di Aosta Gran S. Bernardo, ndr.) mentre la parte più significativa dei veicoli aveva virato sul Frejus impattando sui due caselli della tangenziale. Adesso, però, i mezzi pesanti non possono più utilizzare il Gran S. Bernardo a causa delle limitazione imposte dalla Svizzera ai transiti pesanti.

Le stime di Ativa, dunque, tengono conto anche di questa ulteriore penalizzazione. Le stime di Sitaf, la società che gestisce il traforo del Frejus e l’autostrada Torino-Bardonecchia si basano invece sulla proiezione dei passaggi aggiuntivi che si sono registrati nel tunnel l’anno scorso quando il Bianco venne chiuso per tre settimane. Proiezioni che stimano in 2.500-3.000 veicoli - auto comprese - l’aumento medio giornaliero dei passaggi.

Numeri, comunque, impattanti, sulla rete che costeggia il capoluogo già oggi, per aumentare la sicurezza si viaggia, a velocità ridotta e dove cantieri più o meno grandi creano rallentamenti e code. Una rete dove nelle ore di punta si viaggia a passo di lumaca e che adesso rischia il grande ingorgo. Ma anche l’autostrada per Bardonecchia è in sofferenza per i cantieri, soprattutto durante i fine settimane. E ieri la senatrice di Fratelli d’Italia, Paolo Ambrogio, ha presentato un’interrogazione per chiedere un tavolo di coordinamento dei cantieri al ministero delle infrastrutture.

Sitaf e Ativa sono al lavoro per ridurre i disagi, che comunque ci saranno, e metteranno in campo più personale e mezzi. Si tratta di azioni per gestire l’emergenza, ma è chiaro che servirebbe una soluzione strutturale visto che i lavori di messa in sicurezza del Bianco dureranno per altri 17 anni. E una soluzione strutturale non potrà certo essere l’apertura della seconda galleria del Frejus praticamente in dirittura d’arrivo ma che Sitaf ha deciso di rinviare a dopo il 18 dicembre quando riaprirà la galleria in Val d’Aosta. Il raddoppio, infatti, permette solo di separare i veicoli in entrata da quelli in uscita, aumentando la sicurezza e non i flussi di traffico visto che resteranno valide le rigide regole su distanza e velocità.

Fonte: La Stampa del 2 agosto 2023

Giornalista:  Maurizio Tropeano